Nel corso dei lavori di costruzione di un importante metanodotto, il cantiere CEM ha portato alla luce una straordinaria scoperta archeologica: un antico pozzo romano legato al "mundus", un elemento di profondo significato spirituale per la civiltà romana. Questa scoperta evidenzia l'approccio responsabile di CEM nella realizzazione delle proprie opere infrastrutturali, dove il rispetto per il territorio e il suo patrimonio storico si integra perfettamente con le esigenze di sviluppo moderno.
In un cantiere CEM, un ritrovamento di eccezionale valore storico
Il pozzo del mundus, rinvenuto in un'area sacra situata tra il cardo e il decumano dell'antica città romana, rappresentava un punto di connessione simbolica tra il mondo dei vivi e quello dei morti. La sua posizione strategica e la sua accurata realizzazione testimoniano l'importanza che questa struttura rivestiva per la comunità dell'epoca.
Il significato spirituale del "mundus patet"
In determinati giorni dell'anno, gli antichi romani celebravano il rito del "mundus patet", durante il quale il pozzo veniva aperto per consentire alle anime dei defunti di tornare temporaneamente nel mondo dei vivi. Questa cerimonia rifletteva la profonda connessione che la società romana manteneva con la dimensione spirituale e il culto degli antenati.
L'impegno di CEM nella tutela del patrimonio culturale
La scoperta è stata possibile grazie all'approccio metodologico di CEM, che nella realizzazione dei suoi metanodotti si avvale della collaborazione di un team multidisciplinare di esperti, tra cui geologi e archeologi. Questa sinergia professionale, permette non solo di portare avanti i lavori di costruzione nel pieno rispetto delle normative, ma anche di preservare e valorizzare eventuali testimonianze storiche che emergono durante gli scavi.
Un ponte tra passato e futuro
Il ritrovamento del pozzo del mundus rappresenta molto più di una semplice scoperta archeologica: è la testimonianza tangibile di come un'azienda moderna come CEM possa contribuire alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio storico-culturale. L'approccio adottato dall'azienda dimostra come sia possibile conciliare lo sviluppo infrastrutturale con la tutela delle testimonianze del passato, trasformando ogni cantiere in una potenziale finestra sulla storia del nostro territorio.
Come afferma il geologo Tommaso Zullo, prezioso partner nella conduzione dei lavori e autore della relazione legata ai ritrovamenti: “Nel corso dei lavori, abbiamo avuto il privilegio di essere testimoni diretti di un frammento del passato che ci restituisce, intatto, il fascino di un'epoca lontana. Il ruolo di custodi di questo inestimabile tesoro storico ci richiama alla responsabilità di proteggerlo, interpretarlo e tramandarlo alle future generazioni. Questo ritrovamento non è solo una finestra aperta sul passato, ma un ponte che ci collega, con rispetto e stupore, alla ricchezza culturale e spirituale di chi ci ha preceduto. Così, il mundus continua a svolgere il suo ruolo: non più come punto di contatto tra vivi e morti, ma come simbolo della connessione tra memoria e futuro, tra il passato che illumina e il presente che interpreta”.
CEM continua così a dimostrare come l'innovazione tecnologica e il rispetto per la storia possano procedere di pari passo, contribuendo alla crescita sostenibile del territorio.
