Il termine gasdotto indica le condotte che trasportano il gas, naturale o artificiale che sia, dal luogo naturale di estrazione a quello in cui effettivamente sarà consumato. La dimensione delle tubazioni è strettamente legata alla quantità di gas che circola al loro interno.
Quando il gas trasportato è metano, il gasdotto viene definito metanodotto.
La struttura di un gasdotto è un’architettura complessa, che comprende un pozzo di produzione posto in prossimità della sorgente naturale e i condotti che la collegano alla stazione di partenza. Qui, si innesta la condotta primaria che raggiunge le diverse zone di consumo. Le condotte secondarie portano il gas ai centri di smistamento. Le utenze vengono servite poi attraverso condotte terziarie o distributrici.
Una fitta rete di tubazioni che corrono nel sottosuolo, intrecciando la storia e i destini di diversi Paesi.
Gasdotti in Europa: la situazione attuale alla luce dei conflitti
Ad oggi, l’infrastruttura principale per la distribuzione di gas continua a essere costituita dai gasdotti. Le tensioni tra Russia e Ucraina hanno inevitabilmente generato disagi nella distribuzione del gas. L’Ucraina è, infatti, il canale di passaggio preferenziale del gas proveniente dalla Russia: da qui transita circa il 16,3% del gas che arriva in Europa. Gli Stati membri hanno quindi cercato di mettere in campo nuove possibili soluzioni per svincolarsi dalla dipendenza energetica con la Russia.Nuovi scenari, nuove possibili soluzioni
La diversificazione di approvvigionamento e l’adozione della Strategia Europea per la Sicurezza Energetica sono le due soluzioni attualmente percorse dall’UE, per far fronte al problema del gas russo. La prima strada prevede il finanziamento della costruzione di nuovi gasdotti in grado di collegare l’Europa ai Paesi del Nord Africa. Si tratta in particolare di due condotti, denominati Green Stream e TransMed, che passano sotto il Mediterraneo. Altri due canali, il Medgaz e il Maghreb, dovrebbero poi collegarla alla Spagna. Sono stati infine previsti altri 4 corridoi definiti prioritari: l’NSI West Gas, indirizzato ai paesi Occidentali, l’NSI East Gas, che riguarda i Paesi Orientali, l’SGC, adibito al trasporto del gas verso l’Europa dal bacino del Caspio, Asia Centrale, Medio Oriente e bacino del Mediterraneo orientale, e il BEMIP Gas, il collegamento tra gli Stati Baltici e la Finlandia. Il nostro Paese ha già iniziato il percorso per svincolarsi dalla dipendenza dal gas russo. Secondo dati Snam elaborati dall’ANSA, nei primi due mesi del 2022, l’Algeria ha fornito 1,78 miliardi di metri cubi di gas, a fronte degli 1,34 miliardi provenienti dalla Russia. Nello specifico, sono 5 i principali valichi italiani che collegano il nostro Paese ai fornitori di gas:- Passo Gries, in Verbania, che ci collega con il Nord Europa,
- Tarvisio, a Udine, da dove arriva l’approvvigionamento del gas russo,
- Melendugno, in Puglia, a Lecce, che ci collega con l’Azerbaijan,
- Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, per i collegamenti con l'Algeria,
- Gela, a Caltanissetta, per il gas proveniente dalla Libia.